sabato, Maggio 31, 2025

Dentro la dogana, fuori dagli schemi. Dove finisce la merce, inizia il lavoro di Modo

Viaggio nella visione di Moreno Dova, fondatore di MODO Customs Services, tra intelligenza artificiale, sostenibilità e geopolitica del commercio

C’è chi le dogane le vive come un passaggio obbligato, una formalità tra merci e confini. E poi c’è chi, come Moreno Dova, le considera un mondo in continua trasformazione, da attraversare con intelligenza, tecnica e lungimiranza. Fondatore della MODO Customs Services S.r.l., dal 2009 Dova accompagna le imprese italiane nei meandri della normativa doganale, con l’obiettivo di renderle più libere, più sicure e più pronte al cambiamento. La sua visione è chiara: «La dogana non è burocrazia. È strategia. È cultura d’impresa».

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L’intelligenza artificiale non ci sostituirà. Ma può escluderci

Quando si parla di tecnologie emergenti, Dova non ha dubbi. «Chi verrà danneggiato dall’intelligenza artificiale non è chi la teme, ma chi non la sa usare». È un cambio di paradigma potente, che smonta la retorica dell’AI come minaccia. In MODO, infatti, l’AI viene studiata e implementata in modo pragmatico, soprattutto nei processi di classificazione doganale: «Ci sono software che ti dicono come catalogare una merce, ma resta un input da verificare. Il sapere umano resta centrale».

E se l’intelligenza artificiale è uno strumento, la protezione dei dati è una responsabilità: «Abbiamo ricostruito il nostro intero impianto informativo per garantire la massima conformità alle normative. Non è solo una questione tecnica, ma un impegno verso i nostri clienti».

Lo sdoganamento in house? È anche sostenibilità

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Uno dei punti forti dell’approccio MODO è lo sdoganamento direttamente in azienda. «Abbiamo creato oltre 50 luoghi doganali presso gli impianti dei nostri clienti. Questo significa zero fermate inutili, meno mezzi in giro, più controllo, più efficienza». Una logistica più snella è anche una logistica più green: meno trasporti, meno emissioni, meno tempi morti. «Non c’è bisogno di recarsi all’ufficio doganale. Il trasportatore carica, sdogana in sede e parte. È un risparmio economico e ambientale».

Non fornitori, ma partner culturali

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«Non ci siamo mai sentiti semplici fornitori. Il nostro ruolo è diverso: aiutare le aziende a capire la dogana». È in questa frase che si riassume la filosofia di MODO. Educare le imprese a conoscere normative, strumenti, rischi e opportunità di un campo ancora troppo trascurato, eppure vitale in tempi di scambi internazionali accelerati. Per Dova, l’aumento della cultura doganale in azienda è la chiave per affrontare anche i momenti più critici: «Che siano nuove leggi, tensioni geopolitiche o mutamenti economici, l’importante è sapere come reagire. E reagire in tempo».

Il mondo cambia: le imprese devono adattarsi

La pandemia ha lasciato il segno. E non solo sul piano sanitario. «Ha cambiato il modo di lavorare e di relazionarsi. Ci ha costretti a essere più flessibili, più pronti, più umani». Un cambiamento che, secondo Dova, va interiorizzato anche nelle strutture organizzative: «Il nostro compito è adattarci e aiutare le imprese ad adattarsi, in modo da non restare bloccati davanti a crisi e imprevisti».

Ogni settore ha la sua dogana

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«C’è chi ha bisogno di velocità, come la moda. Chi deve gestire carichi sensibili, come il chimico. E chi, come l’automotive, si confronta con normative che cambiano spesso». Ogni comparto ha una logistica diversa, e ogni logistica ha necessità doganali specifiche. Per questo MODO costruisce percorsi su misura, suggerendo soluzioni, agevolazioni fiscali e strumenti come gli istituti doganali per ottimizzare costi e tempi.

Dogana e logistica: un’alleanza da non confondere

Nel mondo della logistica integrata, sempre più colossi offrono servizi doganali come parte del pacchetto di trasporto. Ma Dova invita alla prudenza: «Si possono risparmiare soldi, ma la dogana è troppo specialistica per essere lasciata in mani generiche. Non deleghiamo la contabilità a un cliente: perché dovremmo farlo con le operazioni doganali?». Secondo il fondatore di MODO, il professionista doganale va scelto come si sceglie un commercialista: «Con fiducia e competenza, su misura per l’azienda. Non imposto da altri».

Nuovi dazi, nuove rotte

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L’annuncio di nuove tariffe da parte di Trump è solo l’ultima ondata di incertezza commerciale. «Alcuni dazi sono già in vigore, altri arriveranno. Dobbiamo essere pronti a reagire anche all’ultimo minuto», avverte Dova. Il rischio è grande, ma può diventare un’opportunità: «Serve valutare altri mercati, ricalibrare le rotte, capire dove e come si può operare. Ed è qui che entriamo in gioco noi, con dati, esperienza e attenzione».

Oltre la dogana, dentro l’azienda

La chiusura di Dova è un manifesto: «Delegare competenze sì, responsabilità no. La dogana è un nodo strategico della competitività. E noi siamo qui per aiutare le imprese a scioglierlo, ogni giorno».
MODO, in fondo, non è solo una società di servizi. È un modo di vedere il commercio globale.


Redazione
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