venerdì, Ottobre 17, 2025

Crisi automotive, la richiesta all’UE: “Regole più eque e tempi fattibili”

Con vendite in calo e impianti in affanno, il settore invoca interventi immediati. La lettera congiunta MIMIT-BMWK accende il dibattito europeo; se non arriveranno segnali, associazioni pronte a scendere in piazza con sit-in a Bruxelles.

Automobile al bivio? Piuttosto a un incrocio, ferma in posizione di stallo con un semaforo non funzionante. È l’immagine che emerge dall’edizione del decennale del Forum Automotive tenutosi a Milano il 14 ottobre, a cui hanno preso parte Enti, Associazioni e decine di addetti diretti e indiretti della filiera, oltre che ad alcuni tra i più autorevoli giornalisti del settore.

In che contesto si muove il settore automotive continentale? L’analisi arriva dai dati, severi e inconfutabili, con un calo di volumi di vendita del 2% e una previsione di ripresa del solo 1% entro il 2030. Davvero poco se a questo aggiungiamo che l’esigua percentuale di crescita riguarderà solo le vetture provenienti dalla Cina.

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Dal 2023 la profittabilità dei costruttori europei è crollata drasticamente dopo il boom del triennio precedente quando, nonostante le difficoltà, le Case erano riuscite a mantenere volumi tali da limitare le perdite ma che oggi appaiono insostenibili.

Il nostro Paese produce meno vetture del Marocco e il parco circolante appare sempre più vetusto, con una media di vita balzata a tredici anni. In questo trend negativo, a contribuire è sicuramente l’ansia nell’acquisto, con l’indecisione circa l’orientamento circa la fonte energetica su cui investire. Crollato radicalmente il mercato delle vetture diesel, l’elettrico sembra proprio non voler decollare, ponendo l’Italia come fanalino di coda dell’UE, dietro la Spagna. Al riguardo, è chiaro che a Bruxelles, nell’ultimo decennio, ognuno abbia pensato per sé, senza guardare alle differenze tra i paesi membri, così come alle necessità (e possibilità economiche) dello stesso consumatore finale. Ma ora i nodi vengono al pettine, con colossi come Porsche e Bosch (solo per citare i più noti) in estrema difficoltà.

In tal senso, la firma di una proposta congiunta di Italia e Germania, sebbene priva dell’appoggio della Francia (defilatasi dopo l’iniziale accordo d’intenti sull’iniziativa) ha messo ‘nero su bianco’ il problema e nel contempo una visione condivisa per il futuro del comparto.

“Siamo a un punto di svolta: oggi si apre una nuova fase per l’industria europea. Italia e Germania si presentano unite per chiedere alla Commissione un cambio di rotta sull’automotive, subito. Con responsabilità, pragmatismo e visione”. La dichiarazione del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, commenta così la lettera congiunta inviata dal MIMIT e dal Ministro dell’Economia tedesco (BMWK) Katherina Reiche alla Commissione Ue.

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L’iniziativa fa seguito a un intenso confronto bilaterale avviato a giugno scorso con un primo allineamento sul tema della decarbonizzazione delle flotte aziendali e, successivamente, con la definizione – a livello interministeriale – di una posizione condivisa in vista del dialogo strategico Ue sull’auto, che proprio l’iniziativa italiana ha finalmente attivato con il ‘non paper’ presentato un anno fa. “Con una posizione comune e chiara – prosegue Urso – indichiamo insieme la via per una transizione verde che sia davvero sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, superando le gabbie ideologiche del Green Deal. Ancora una volta, il dibattito europeo si è finalmente aperto grazie alla determinazione del governo italiano, che ha riportato al centro dell’agenda le esigenze concrete della nostra industria. Ora è il momento delle decisioni: mentre Bruxelles discute, la concorrenza globale corre. Non possiamo permetterci di restare fermi. L’Europa deve agire, e deve farlo subito”, ha concluso.Fine modulo

Cosa accadrà, quindi? Con una filiera allo stremo, enti e associazioni provano a mobilitarsi programmando una serie di iniziative congiunte che, da febbraio prossimo, porterebbero a sit-in davanti al Parlamento Europeo dove convergerebbero centinaia tra mezzi pesanti e veicoli provenienti dai diversi Paesi, proprio come fatto dagli agricoltori, che con le loro iniziative hanno ottenuto almeno l’ascolto.

Ivan
Ivan Scelsa
Ivan Scelsa è scrittore e giornalista automotive con esperienza come curatore museale, caporedattore e consulente editoriale per diversi brand. Con decine di testi pubblicati, oggi è uno degli autori più noti e affermati, soprattutto tra gli appassionati di auto d’epoca.
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