venerdì, Novembre 21, 2025

L’AI amplifica ciò che trova nelle organizzazioni. Persone e cultura del dato fanno la differenza

All’evento “AI – Amplify Ideas” ospitato da Porsche Bergamo, Aldo Cristadoro (Ceo di Excellera Intelligence) ha spiegato perché l’intelligenza artificiale non può funzionare senza persone competenti, dati ordinati e processi chiari.

Nello spazio elegante del Centro Porsche Bergamo, circondati da vetture che rappresentano l’incontro perfetto tra tradizione meccanica e innovazione elettrica, l’evento “AI – Amplify Ideas” ha portato al centro della discussione un tema che oggi tocca la competitività di ogni impresa: il rapporto tra intelligenza artificiale, capitale umano e cultura del dato.
A guidare il ragionamento è stato Aldo Cristadoro, CEO di Excellera Intelligence, uno dei massimi esperti italiani nell’analisi dei dati e nella lettura dei trend che attraversano il mondo del lavoro.

Cristadoro non ha parlato di algoritmi o suggestioni futuristiche. Ha parlato di persone: delle loro competenze, delle loro difficoltà e delle loro possibilità, in un contesto in cui l’AI è sempre meno una tecnologia da esplorare e sempre più una leva da governare.

Buona infrastruttura digitale, ma capitale umano fragile

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Cristadoro ha portato sul palco numeri chiari, quasi brutali nella loro evidenza. L’indice DESI europeo colloca l’Italia nelle retrovie della digitalizzazione complessiva, ma non per carenze infrastrutturali: la debolezza è nelle competenze delle persone.

Le sue slide hanno mostrato che:

  • l’analfabetismo funzionale è tra i più alti nei Paesi OCSE;
  • la capacità di comprensione del testo, di ragionamento numerico e di problem solving adattivo è inferiore alla media;
  • il capitale umano digitale è il vero ritardo sistemico che la tecnologia non può compensare da sola.

«L’AI è potente – ha sottolineato Cristadoro – ma la differenza la fa sempre chi interroga l’algoritmo. Se manca la capacità di interpretare, di contestualizzare, di capire cosa chiedere, la tecnologia non aiuta. Anzi, diventa una scorciatoia pericolosa». Da qui il punto cardine del suo intervento: non esiste trasformazione digitale senza trasformazione delle competenze.

Le imprese italiane hanno tanti dati e pochi processi

L’intervento di Cristadoro ha demolito una convinzione molto diffusa: che l’AI sia soprattutto un problema tecnologico. La sua esperienza nelle aziende racconta una realtà diversa. Le imprese italiane dispongono ormai di una quantità enorme di dati – generati da macchinari, software gestionali, processi commerciali – ma raramente li trattano con un metodo. Questo è il principale ostacolo all’adozione dell’AI.

«Quando entriamo in azienda – ha raccontato – l’80% del lavoro è rimettere ordine nei dati. Solo il 20% è progetto. L’AI non crea valore se trova un sistema disordinato: amplifica il disordine». Per Cristadoro, la tecnologia non va “inserita” dall’alto: va “alimentata” da processi solidi.
E il nodo è particolarmente evidente nelle PMI, dove:

  • l’adozione dell’AI è ancora ferma all’8,2% delle imprese;
  • la qualità del dato dipende spesso da procedure tramandate oralmente;
  • la trasformazione organizzativa viene percepita come un costo, non come la condizione minima per competere.

È qui che l’AI si intreccia con il mindset.
Un’impresa non può adottare l’AI se non mette in ordine il proprio linguaggio operativo: nomenclature, codifiche, flussi e responsabilità. Senza questa base, nessuna tecnologia può funzionare davvero.

Opportunità per liberare tempo e ridefinire i ruoli

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Una delle riflessioni più forti di Cristadoro riguarda l’impatto dell’AI sul lavoro in un Paese che, per ragioni demografiche, fatica a trovare competenze. Gli studi OCSE e Harvard mostrati nelle slide raccontano due trend chiave:

  • il 30% dei lavoratori italiani svolge mansioni ad alto rischio di automazione;
  • un quinto delle attività quotidiane può essere svolto in metà tempo dalla GenAI;
  • negli Stati Uniti l’adozione dell’AI ha già ridotto dell’8% le assunzioni junior.
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Cristadoro non ha però usato toni allarmistici. Al contrario, ha mostrato come l’AI possa essere il miglior alleato delle imprese: «Non troviamo persone, soprattutto giovani. È un problema strutturale, non congiunturale. L’AI è l’opportunità per liberare ore oggi occupate da compiti ripetitivi e reinvestirle in attività a maggior valore». Lo ha spiegato con un caso emblematico: lo studio condotto sulla generazione di nuove idee di prodotto mette a confronto quattro team – soli, soli con AI, team, team con AI.
Risultato: la velocità e la qualità migliorano in tutti i casi in cui entra l’intelligenza artificiale, senza sostituire il contributo umano.

Nella parte finale della tavola rotonda, Cristadoro ha insistito su un passaggio decisivo: la tecnologia deve essere governata, non subita. È un supporto, non un pilota automatico. «L’AI dà un’indicazione, non un ordine. L’errore più grande è prendere l’output come verità. Servono controllo, capacità interpretativa e responsabilità. L’AI accelera, non sostituisce».

L’AI è utile solo alle imprese che sanno chi sono

L’intervento di Aldo Cristadoro, all’interno della cornice prestigiosa di Porsche Bergamo, ha posto una domanda chiave alle imprese della Pianura Lombarda: siamo davvero pronti a usare l’AI o stiamo solo rincorrendo una moda? Il valore dell’AI – ha spiegato – non sta nell’algoritmo, ma nella cultura interna che lo orienta:

  • competenze adeguate,
  • processi ordinati,
  • dati coerenti,
  • capacità critica,
  • responsabilità nelle decisioni.

Solo così la tecnologia può diventare un acceleratore reale: non una scorciatoia, ma un nuovo modo di lavorare. Una frase, tra tutte, resta come sintesi del suo intervento:

«L’AI amplifica ciò che trova: se trova competenza, crea valore; se trova disordine, lo moltiplica».

Un messaggio che Pianura Network ha scelto di portare alle imprese proprio da uno dei luoghi simbolo dell’innovazione: perché la tecnologia avanza, ma il futuro lo costruiscono sempre le persone.

Redazione
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La Redazione di Pianura Network racconta e valorizza le eccellenze del territorio, dando voce alle imprese locali che si distinguono per impegno e innovazione. Con un team dedicato, seleziona e condivide contenuti di qualità, offrendo una vetrina digitale alle realtà imprenditoriali locali.
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