sabato, Maggio 31, 2025

Lombardia manifatturiera: resilienza e competitività oltre le incertezze

Produzione industriale, fatturato e occupazione in crescita nel primo trimestre 2025. Guidesi: “Sistema economico solido, ma servono risposte rapide su energia e regole UE”. Bene anche l’artigianato. Cresce l’attenzione alla sostenibilità, ma resta il divario tra grandi e piccole imprese.

Da sinistra Fugazza Pasini Guidesi Auricchio
Da sinistra: Stefano Fugazza, Giuseppe Pasini, Guido Guidesi e Gian Domenico Auricchio.

Segnali incoraggianti per l’industria e l’artigianato lombardo nel primo trimestre del 2025, nonostante il contesto economico globale resti complesso. È quanto emerge dalla conferenza stampa tenutasi oggi a Palazzo Lombardia, dove sono stati presentati i dati congiunturali elaborati da Unioncamere Lombardia. Presenti l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi, il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio, il presidente di Confindustria Lombardia Giuseppe Pasini e il presidente di CLAAI Lombardia Stefano Fugazza.

Produzione e occupazione in crescita

La produzione industriale lombarda è cresciuta dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, con un aumento del fatturato (+0,1%) e dell’occupazione (+0,5%). Anche gli ordini dall’estero mostrano un trend positivo (+0,4%), a fronte di una leggera flessione di quelli interni (-0,3%). Si riduce inoltre l’uso della cassa integrazione, concentrata nei settori in maggiore difficoltà come siderurgia, tessile e abbigliamento.

L’artigianato manifatturiero tiene, con una lieve contrazione della produzione e del fatturato (-0,3%), ma segnali positivi dagli ordinativi sia interni che esteri (+0,2%). Tendenzialmente stabile anche il quadro generale: su base annua, la produzione cala leggermente (-0,4% per l’industria, -0,3% per l’artigianato), ma crescono gli ordini esteri dell’industria (+3,0%).

Settori trainanti e comparti in difficoltà

Tra i comparti industriali più performanti figurano gli alimentari (+3,7%), la chimica (+2,8%), la carta-stampa (+2,3%) e l’abbigliamento (+1,5%). Stabili i minerali non metalliferi e il legno-arredo (+0,2%), così come la siderurgia. In calo, invece, la meccanica (-1,2%), la gomma-plastica (-1,4%), e più marcatamente il tessile (-3,7%), le pelli-calzature (-4,7%) e i mezzi di trasporto (-5,6%). Nell’artigianato, spiccano le performance positive degli alimentari (+3,4%) e del tessile (+1,9%).

Le parole dell’assessore Guidesi: “Un ecosistema che primeggia”

“Nonostante le sfide geopolitiche e l’incertezza internazionale – ha dichiarato l’assessore Guidesi – le imprese lombarde dimostrano ancora una volta una straordinaria capacità di competere. Produzione e occupazione in crescita ci permettono di guardare con fiducia ai prossimi mesi. Ma restano nodi critici come i costi energetici e l’iper-regolamentazione europea, su cui servono risposte urgenti”.

Auricchio e Pasini: attenzione agli scenari globali e all’Europa

Gian Domenico Auricchio ha evidenziato come l’incremento degli ordini esteri rappresenti un segnale di ripresa per le imprese, sottolineando la loro capacità di adattamento nonostante le sfide dei dazi. Giuseppe Pasini ha puntato il dito contro l’immobilismo europeo: “Se Bruxelles non agisce in fretta, rischia di compromettere la competitività dell’intera manifattura europea, a partire da territori come la Lombardia, che creano valore reale”.

Fugazza (CLAAI): il mondo artigiano chiede credito e personale

Dal mondo artigiano emergono tre priorità: costo dell’energia, accesso al credito e reperimento di personale qualificato. Stefano Fugazza ha ribadito l’importanza del sostegno agli ITS per formare nuovi profili tecnici, del successo dei bandi per l’efficienza energetica e del sostegno finanziario anche all’imprenditoria straniera, sempre più presente nel comparto manifatturiero lombardo.

Sostenibilità: priorità in crescita, ma serve inclusione delle microimprese

Interessante anche il dato relativo alla sostenibilità: l’80% delle imprese industriali considera il tema strategico per il proprio business, mentre la percentuale scende al 66% tra gli artigiani. Tra le grandi imprese l’attenzione supera il 90%, ma tra le microimprese resta sotto il 60%, segnando un gap da colmare con politiche mirate.

Redazione
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