domenica, Giugno 1, 2025

Un nuovo approccio per la pianura: lo sviluppo dal territorio, non dai cantieri

Ricerca, confronto, visione comune. Il Polo Territoriale Pianura dell’Università di Bergamo avvia i primi tavoli di lavoro a Treviglio. Urbanistica, logistica e mobilità sostenibile sotto la lente di istituzioni, imprese e comunità

La pianura bergamasca non è uno spazio da riempire con nuove infrastrutture, zone logistiche e aree residenziali. È un sistema complesso e stratificato, fatto di paesaggi, reti, comunità, vocazioni e relazioni. Non è una tavola bianca da colonizzare, ma un equilibrio delicato da comprendere, valorizzare e orientare con lungimiranza. Questo il messaggio emerso con forza nel primo incontro operativo promosso dal Polo Territoriale Pianura dell’Università degli Studi di Bergamo, tenutosi presso la Fiera di Treviglio.

Coordinati da un gruppo di docenti del Centro Studi sul Territorio «Lelio Pagani», tra cui Fulvio Adobati, Mario Paris, Roberto Pinto, Alexandra Lagorio e Sergio Lorenzi, i tre tavoli di lavoro tematici hanno visto la partecipazione di una cinquantina di rappresentanti del territorio: amministratori locali, tecnici comunali, imprenditori, esponenti del mondo associativo e della cooperazione. L’obiettivo? Avviare un confronto stabile e strutturato sui grandi nodi dello sviluppo della pianura: governo del territorio, logistica e mobilità sostenibile.

Una pianura da leggere, non solo da costruire

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Foto: Luca Cesni

«Non partiamo da una mappa, ma da un patrimonio di valori e relazioni», è stato il concetto chiave espresso dai coordinatori. La sfida lanciata dal Polo è chiara: andare oltre la somma delle singole scelte locali e costruire una visione strategica condivisa che sappia leggere la pianura nella sua interezza. Troppo spesso, infatti, ogni Comune ha proceduto per conto proprio, aprendo la strada a uno sviluppo a macchia di leopardo, con effetti potenzialmente negativi sulla vivibilità, sull’ambiente e sull’equilibrio tra le funzioni insediate.

A dirlo chiaramente è stata anche la sindaca di Ciserano, Caterina Vitali, che ha sottolineato la necessità di un coordinamento sovralocale per affrontare temi cruciali come le logistiche, i data center e l’agrivoltaico, oggi al centro di scelte importanti ma spesso frammentate.

Dall’osservazione alla ricerca applicata

Il progetto del Polo, nato dall’accordo tra l’Università di Bergamo e il Comune di Treviglio, ha già segnato un cambio di passo rispetto al passato: non un centro calato dall’alto, ma un laboratorio territoriale, costruito con il contributo degli attori locali e pensato per produrre impatti concreti. I lavori di ieri rappresentano il primo tassello di un percorso che entrerà nel vivo a partire da settembre, con l’attivazione di percorsi di ricerca sui principali nodi della trasformazione della pianura.

I tre tavoli tematici

🔹 Governo del territorio – Si è ragionato su come leggere, dal punto di vista urbanistico e territoriale, l’evoluzione della pianura, ancora fortemente caratterizzata dalla matrice agricola e attraversata dalla A35 Brebemi. I docenti hanno proposto un’analisi dell’impatto delle grandi infrastrutture sulla trama geo-storica e sulla piattaforma agro-produttiva, nel contesto di una rete ambientale ricca di parchi fluviali e zone tutelate.

🔹 Logistica – L’attenzione si è concentrata sull’efficienza delle reti, sui flussi di merci, sulle risorse territoriali e sulle strategie di sostenibilità. È stato proposto di affrontare il tema non solo come questione operativa, ma come fenomeno relazionale, che incide profondamente sulle dinamiche sociali, insediative e paesaggistiche.

🔹 Mobilità sostenibile – Il tavolo ha posto l’accento su una nuova idea di mobilità leggera, con focus sulla rete ciclabile e intermodale. Le biciclette elettriche, ad esempio, sono state proposte come soluzione concreta per il tragitto casa-lavoro e come mezzo per il completamento dell’ultimo miglio nel trasporto pubblico. L’obiettivo è progettare una rete vivibile e integrata, capace di rispondere ai bisogni dei cittadini e al tempo stesso di ridurre l’impatto ambientale.

Una sfida che parte da Treviglio, ma guarda all’intera pianura

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Foto: Luca Cesni

Il sindaco di Treviglio, Juri Imeri, ha ricordato che l’accordo con l’ateneo bergamasco non si esaurirà nella Fiera, ma coinvolgerà anche altre sedi e territori. «Il Polo vuole diventare un punto di riferimento per tutta l’area della pianura attraversata dalla Brebemi – ha spiegato – e lo farà non definendo politiche, ma fornendo strumenti scientifici per aiutare chi deve decidere».

In un’area oggi attraversata da spinte e tensioni insediative crescenti, servono conoscenze solide, dati, mappe, scenari. Ecco perché il Polo guarda con grande attenzione anche al mondo dell’impresa, della cooperazione, della finanza locale.

Tra i presenti all’incontro, anche il presidente della Bcc di Treviglio, Giovanni Grazioli, che ha confermato il sostegno della banca al progetto in termini logistici e operativi, ribadendo la volontà di contribuire a un percorso di crescita condiviso e partecipato.

Il sapere come motore di sviluppo

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Foto: Luca Cesni

Il lavoro avviato a Treviglio dimostra che oggi, per affrontare le grandi sfide del territorio, non basta costruire strade o attrarre investimenti. Serve un pensiero, serve visione. Serve, soprattutto, un’alleanza tra ricerca, amministrazioni e cittadini per accompagnare la trasformazione della pianura con strumenti nuovi. La sfida è aperta. E il Polo si candida a essere il suo motore culturale e progettuale.

Redazione
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