MONTELLO SPA
Alla Montello S.p.A. del patron Roberto Sancinelli la trasformazione è di casa: i rifiuti plastici diventano minuscoli granuli riutilizzabili, mentre dal recupero dell’organico si ricava produzione di energia elettrica e termica, biometano, anidride carbonica e fertilizzante organico. Inoltre, l’azienda ha investito in ricerca per arrivare alla forma liquida della plastica, una svolta epocale nell’ambito del riciclo totale
«Guardavo i treni carichi di immondizia e mi chiedevo quanto materiale si sarebbe potuto riciclare»
Economia circolare, riciclo totale. Chiamatelo come volete, ma oggi questo concetto di sostenibilità è diffuso e di condivisione allargata. Un percorso che da anni è in continua evoluzione che ha raggiunto un elevato grado di sviluppo. Ciò che oggi si dà ormai quasi per acquisito, trent’anni fa non era nemmeno immaginato. Eppure a Roberto Sancinelli, patron della Montello S.p.A., l’idea venne negli Anni Novanta, vedendo transitare nel sito bergamasco alle porte del capoluogo che oggi ospita la grande industria di riciclo recupero dei rifiuti – plastica e organico – i treni con l’immondizia raccolta in Lombardia (e non solo) e diretti verso la Svizzera, dove finivano all‘incenerimento. «Guardavo quei convogli e mi dicevo tra il perplesso e l’amareggiato: ma quanto materiale è possibile recuperare lì dentro?». A quasi trent’anni i fatti dimostrano quanto Sancinelli fosse già allora un pioniere nell’ambito del recupero dei rifiuti.
Un unicum a livello europeo
Oggi la Montello rappresenta infatti un unicum a livello europeo, oltre che il più grande centro di riciclo di plastica e umido a livello europeo: nel sito che porta il nome del Comune dove sorge, in valle Cavallina, ogni anno vengono recuperate 350mila tonnellate di rifiuti e imballaggi in plastica derivati dai rifiuti e 765mila tonnellate di rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata. Nell’enorme complesso della Montello – 450mila metri quadrati, di cui 120mila coperti – l’iter per il recupero dei materiali che ognuno di noi butta nell’immondizia – differenziata – ogni giorno è stato di fatto inventato di sana pianta dallo stesso presidente Sancinelli, che si aggira con orgoglio e comprensibile soddisfazione tra vasti cortili che ospitano vere montagne di plastica da riciclare ed enormi silos che contengono invece il biogas che viene prodotto dal recupero dell’organico.
In trent’anni
raddoppieremo la quantità di plastica che circolerà nel pianeta
Il percorso di riutilizzo
Il percorso di lavorazione porta la plastica a trasformarsi in minuscoli granuli che possono essere riutilizzati per tutto, tranne che per materiali che devono contenere generi alimentari, perché la legge lo vieta. Tuttavia, annuncia Sancinelli, probabilmente il 2024 sarà l’anno della svolta: l’iter di studi nell’ambito della ricerca (tutta sviluppata internamente) ha infatti portato a far tornareil prodotto a livello liquido, dunque all’origine della plastica stessa. L’organico, invece, viene trasformato in energia elettrica e termica, in biometano e fertilizzante organico, mentre l’anidride carbonica viene reimmessa nel ciclo industriale, anche per trasformare in gassata l’acqua minerale.
Trent’anni fa il cambio di passo
«Praticamente qui non viene buttato via nulla» dice con orgoglio Roberto Sancinelli. Un enorme passo avanti rispetto a soli trent’anni fa, quando il sito che ospitava un’impresa siderurgica era appunto soltanto un centro di «passaggio» tra i punti per la raccolta dell’allora cosiddetto «rifiuto solido urbano» e le discariche all’estero. Nel 1996 iniziò a diffondersi anche in Lombardia il concetto della cosiddetta «Green Economy»: in questo la Montello ha rappresentato fin da subito un punto di riferimento internazionale nell’economia circolare e oggi dall’azienda passano oltre un milione di tonnellate di rifiuti l’anno che vengono recuperati e reimmessi nel sistema produttivo.
Posizione diversa rispetto alle lobby
Oggi le persone occupate nell’azienda sono circa 840, quasi il triplo rispetto ai 320 presenti alla chiusura dell’attività siderurgica a metà degli Anni Novanta. Una realtà che rappresenta un’eccellenza: dai confini del territorio bergamasco è nota in tutto il mondo, peraltro inserita in maniera assolutamente integrata nel paesaggio collinare della valle Cavallina. «Abbiamo un progetto anche sul fotovoltaico», annuncia Sancinelli, che è un vulcano di idee. E sull’idea dell’Europa di non riciclare la plastica? «La chiamerei la lobby dei Paesi del Nord Europa, che hanno interesse a usare il legno e la carta e da loro è molto sviluppata quell’industria. Oggi noi se vogliamo limitare il consumo di materie prime fossili c’è solo una opzione, ovvero riciclare. E lo ha stabilito nel 2020 l’Onu: entro il 2050 la plastica vergine aumenterà del 3-3,5% e questo significa che in trent’anni raddoppieremo la quantità di plastica che circolerà nel pianeta. Se non vogliamo arrivare a questo, dobbiamo riciclare e basta. Non ci sono alternative».
Sancinelli: serve meno burocrazia
Oggi la produzione di rifiuti è costante: «Anzi, a essere precisi con qualche leggera diminuzione per i rifiuti plastici, perché il manifatturiero risente dei consumi e in questo momento i consumi sono in flessione – aggiunge Sancinelli –. E per noi va bene anche così: non abbiamo la necessità di far crescere i rifiuti». Le battaglie per il patron della Montello sono altre: «Oggi l’impedimento più grosso della nostra attività è la burocrazia. Non vogliamo contributi a fondo perduto: allo Stato chiediamo solo di snellire la burocrazia, perché è un sistema che rallenta tutto». Per Sancinelli, inoltre, il cittadino si comporta molto bene nella raccolta differenziata: «Non è vero che la gente butta tutto assieme – dice –. Da noi si fa bene la differenziata, come si fa anche nel resto d’Italia: lo dimostrano le nostre attività in Sicilia, per esempio».
Operativi H24 365 giorni all’anno
In val Cavallina, inoltre, il rapporto con il territorio è molto buono: «Una manciata di contrari c’è sempre ovunque, ma tutto sommato qui il clima è ottimo». Oggi dunque la Montello fattura qualcosa come 300 milioni di euro, è operativa 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, ed è classificata «Carbon negative».
E anche durante il periodo del Covid, quando si temeva che il virus si insidiasse anche tra i rifiuti, l’impegno dell’azienda non si è mai fermato. «L’unico a fermarmi sono stato io, che mi sono fatto 49 giorni di ospedale in quel marzo del 2020 così drammatico per Bergamo e non solo. In pratica il presidente ha fatto il Covid per tutta l’azienda – scherza Sancinelli per allontanare quel tragico periodo –. Ma i miei collaboratori hanno lavorato molto bene anche in quel momento così complicato e abbiamo resistito bene».