Schneider Electric
Schneider Electric, la multinazionale con sede a Stezzano, è tra i leader del cambiamento epocale che sta trasformando l’utilizzo dell’energia e delle sue risorse in una scelta sostenibile. Davide Nigra, Regional Sales Director Lombardia Est: «Oggi gli edifici sono responsabili di circa il 37% delle emissioni globali. Considerato che circa la metà degli edifici esistenti saranno probabilmente ancora in uso nel 2050, è urgente agire per ridurre le emissioni operative – ovvero quelle legate all’utilizzo degli immobili – promuovendo interventi per l’efficienza energetica. Un’evoluzione similare si applica anche ai processi di produzione»
Ottimizzare il modo in cui consumiamo l’energia è l’azione prioritaria per affrontare la crisi energetica e climatica
«Siamo la più locale delle aziende globali», così si presenta Schneider Electric, azienda leader nella gestione digitale dell’energia e dell’automazione con aziende in tutto il mondo ma che ha la sua sede a Stezzano, nel cuore della pianura bergamasca. Qui è iniziata la sua storia, quasi 110 anni fa, qui oggi sta affrontando e guidando i suoi clienti nel cambiamento epocale che sta trasformando l’utilizzo dell’energia e delle sue risorse in una scelta sostenibile.
A Stezzano la transizione energetica, la decarbonizzazione e la conseguente trasformazione industriale è già realtà. Alla Schneider sono convinti che l’elettricità rappresenti il vettore più efficiente e migliore per la riduzione delle emissioni di CO2. Lo hanno ribadito anche alla Global Conference on Energy Efficiency organizzata dalla International Energy Agency che si è tenuta in Francia nel 2023 e che ha riunito i leader mondiali, ministri e CEO di tutto il mondo, sui temi del clima e dell’energia.
Il Presidente di Schneider Electric Jean-Pascal Tricoire ha commentato in quell’occasione: «Ottimizzare il modo in cui consumiamo l’energia è l’azione prioritaria per affrontare la crisi energetica e climatica. Abbiamo tutti gli strumenti. Quello che non abbiamo è il tempo: semplicemente, non possiamo far passare altro tempo prima di sfruttare al massimo delle loro potenzialità l’elettrificazione e le tecnologie digitali per l’efficienza energetica».
Una storia di trasformazioni
Quella del Gruppo Schneider Electric è una storia che nel corso dei decenni ha visto tante trasformazioni. «Le nostre origini sul territorio risalgono addirittura alla vecchia Magrini Galileo – spiega Davide Nigra, Regional Sales Director Lombardia Est – ma sono stati due i passaggi essenziali della nostra evoluzione. Nel 2003 la Schneider si è assestata in modo significativo per quanto riguarda la gestione dell’energia e dell’automazione. Ci siamo inseriti in un mercato tra chi produce l’energia elettrica e chi la utilizza. Siamo diventati specialisti globali nella gestione dell’energia e nell’automazione. Abbiamo iniziato a lavorare sempre di più nell’elettrificazione sicura, disponibile, ed efficiente; dai data center ai software fino all’automazione industriale e alla gestione intelligente degli edifici».
Nei suoi lunghi anni l’azienda ha affrontato tante sfide e adottato importanti scelte strategiche fino alla seconda svolta, quella del 2015 con la Conferenza sul clima di Parigi e l’accordo sui cambiamenti climatici: «È l’anno del patto firmato a Parigi con 50 importanti aziende globali, l’anno per noi della svolta perché abbiamo iniziato a guardarci internamente per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità, per rendere il consumo dell’energia più efficiente più resiliente attraverso la digitalizzazione. Per noi l’equazione del futuro consiste in: più digitalizzazione, più elettrificazione è uguale a più sostenibilità».
«Stiamo facendo tanta cultura per le aziende, anche con Pianura Network, perché il 2025 è vicino, quando
le aziende avranno l’obbligo del bilancio di sostenibilità»
Ridurre l’impatto della CO2 di industrie ed edifici
L’elettricità, per la multinazionale che ha sede a Stezzano, è il vettore più efficiente e migliore per la decarbonizzazione e per raggiungere un impatto positivo sul clima. «Questo processo – continua Davide Nigra – è iniziato partendo da noi stessi, nello specifico dall’ammodernamento della nostra base industriale e dalla riqualificazione degli edifici della nostra sede per farli diventare carbon free ovvero a impatto zero». Ammodernare gli edifici con un approccio che mette in primo piano il digitale è la scelta migliore per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Oggi gli edifici sono responsabili di circa il 37% delle emissioni globali. Considerato che circa la metà degli edifici esistenti saranno probabilmente ancora in uso nel 2050, è urgente agire per ridurre le emissioni operative – ovvero quelle legate all’utilizzo degli immobili – promuovendo interventi per l’efficienza energetica. Un’evoluzione similare si applica anche ai processi di produzione.
La ricerca compiuta da Schneider Electric ha preso in considerazione, in particolare, gli edifici adibiti a uffici, il monitoraggio energetico dei propri impianti produttivi e lo smart manufacturing. I risultati dimostrano che applicare le soluzioni digitali potrebbe ridurre le emissioni operative fino al 42%, con un periodo di ammortamento inferiore ai tre anni.
I siti industriali completamente elettrificati e digitali – in cui il riscaldamento che sfrutta combustibili fossili è sostituito da quello elettrico ed è presente una generazione da energia rinnovabile prodotta in loco – registrano un ulteriore abbattimento del 28% delle emissioni operative. In tal caso, la riduzione complessiva delle emissioni raggiunge il 70%.
«Non è l’unico impegno che ci siamo presi da qui al 2025 – continua Davide Nigra – vogliamo supportare i nostri clienti a diminuire le emissioni di CO2 attraverso i nostri servizi e fare in modo che i nostri fornitori producano in modo sostenibile. Il nostro impegno è ad ampio raggio, lavoriamo molto anche con il mondo dell’istruzione e delle scuole per far sì che le nuove generazioni apprendano che tutti devono contribuire all’azione globale per il clima. E poi lavoriamo nel sociale e promuoviamo il volontariato».
Decarbonizzazione: la roadmap
- Team di giovani ingegneri guida il percorso
- Definizione della tipologia di intervento
- Valutazione del costo
- Analisi del ritorno d’investimento
- Risparmio in termini di tonnellate di CO2
Giovani ingegneri, guide alla decarbonizzazione
Da qualche tempo, inoltre, è avvenuto anche un altro passaggio cruciale all’interno dell’azienda: «Abbiamo provato a dare un contributo nostro ed essere anche consulenziali per quelle che sono le aziende già nostre clienti o che lo diventeranno. In Schneider Electric abbiamo assunto giovani ingegneri capaci di guidare percorsi di decarbonizzazione andando all’interno di un’azienda e verificando tutte le attività, i vettori energetici e l’approvvigionamento di energia per fornire una fotografia dell’impronta di carbonio del sito stesso. Quindi, insieme al cliente, si cerca di capire quale sia la roadmap di decarbonizzazione definendo: tipologia di intervento, costo, ritorno dell’investimento e risparmio in termini di tonnellate di CO2.
L’obiettivo per tutti è di arrivare al 2030 rimanendo all’interno della ormai famosa soglia del 1,5 gradi di innalzamento della temperatura globale». Ecco l’impegno di Schneider: dare un servizio aggiuntivo a quello che è il Dna di consulenza, proponendo al cliente non il prodotto a catalogo ma una soluzione circa un utilizzo sostenibile dell’energia. «Facciamo vedere al cliente – spiega ancora il direttore dell’Area Lombardia Est – qual è il suo impatto come emissioni di carbonio, di conseguenza proponiamo azioni concrete per ridurlo decidendo le zone di intervento più efficaci.
«I nostri primi 1.000 fornitori dovranno dimostrare che stanno risparmiando almeno il 50% di CO2. Essere sostenibili diventa un fattore competitivo»
Stiamo facendo tanta cultura: anche con Pianura Network abbiamo iniziato a lavorare in quest’ottica, perché riteniamo che si arriverà molto presto al 2025 quando le aziende avranno l’obbligo del bilancio di sostenibilità». A oggi però non tutte le aziende sono già pronte a questo passaggio. «Si stima che nel 2025 circa 5.000 aziende italiane avranno l’obbligo di fare il bilancio di sostenibilità, all’interno del quale è prevista anche la decarbonizzazione. Alla fine i dati ci dicono che si andrà a generare un impatto su circa 120mila aziende italiane, che saranno direttamente o indirettamente coinvolte. Quello che stiamo facendo con le imprese, le associazioni di categoria e anche con Pianura Network è di fare rete; è necessario oggi guardarci dentro, per sapere almeno cosa fare e comprendere che può diventare una leva di differenziazione per il business. Così come per Industria 4.0, abbiamo impiegato qualche tempo per far partire la macchina degli investimenti e l’operatività; anche in questo caso ci mettiamo a disposizione per essere partner tecnologici di questa nuova rivoluzione».
Anche i fornitori dovranno abbattere la CO2
In Schneider il processo di decarbonizzazione abbraccia anche le aziende fornitrici: «Ci siamo dati degli obiettivi, abbiamo un piano quinquennale che va dal 2020 al 2025 per diminuire l’impatto della CO2. È un piano ambizioso che abbraccia diversi ambiti. Siamo partiti dai nostri siti, per poi passare alle aziende che lavorano con noi. I nostri primi 1.000 fornitori, infatti, dovranno seguire normative e modalità per dimostrare che stanno risparmiando almeno il 50% di CO2. Tale adeguamento è necessario per essere considerati fornitori di prima fascia e stiamo loro dimostrando che essere sostenibili diventa un fattore competitivo. Finora, guardando a quello che abbiamo messo in campo, c’è anche un ritorno di investimento molto buono. Poi è innegabile che ci siano anche attività più complesse per compiere questa transizione ecologica, pensiamo solo all’elettrificazione del parco auto, dove la strada e gli investimenti sono sicuramente più impegnativi. La strada è tracciata, dove le aziende possono sfruttare positivamente questo trend in modo da acquisire un vantaggio competitivo e agevolazioni sugli investimenti anche dal punto di vista finanziario. Il Green Deal è più vicino di quanto immaginiamo».
Lo studio con la Boston University
Schneider Electric è una multinazionale e un’azienda globale con sedi e società in tutto il mondo. Di recente ha annunciato con Boston University i risultati di uno studio unico nel suo genere, in cui si afferma che l’adozione di tecnologie alimentate con energia pulita negli edifici di nuova costruzione e nella riqualificazione di quelli esistenti può creare oltre 2 milioni di posti di lavoro tra Usa ed Europa – di cui ben 252.000, sostanzialmente un decimo, in Italia. I dati vengono dalla ricerca condotta in collaborazione tra Boston University Institute for Global Sustainability (Igs) e Schneider Electric Sustainability Research Institute (Sri). Con un approccio su micro-scala, lo studio analizza modelli (archetipi) di edifici di vario genere – strutture residenziali, ospedali, hotel, uffici, spazi commerciali, edifici che ospitano attività educative – in varie aree del Nord America, dell’Europa e dell’Asia; è il primo studio in assoluto a stimare a un livello così dettagliato il potenziale di creazione di nuovi posti di lavoro che viene dall’evoluzione verso edifici a basse emissioni. I dati riguardano in specifico il potenziale di impiego legato all’adozione di impianti fotovoltaici sui tetti, all’installazione di pompe di calore e di batterie per l’accumulo energetico pensate per conservare l’energia rinnovabile auto prodotta che può essere rivenduta sul mercato, in ottica «prosumer».
Queste tecnologie a basse emissioni – tutte già pronte e disponibili oggi – supportano l’elettrificazione e la digitalizzazione del settore edilizio, che è critica, per arrivare a ridurre le emissioni di gas serra su scala globale. I nuovi posti di lavoro che lo studio prevede si concretizzeranno appieno in un arco temporale in linea con gli obiettivi mondiali net-zero del 2050: un lasso di tempo che risulta essere ragionevole anche per arrivare alla riqualificazione in tal senso del 100% degli edifici che ne abbiano bisogno.