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Digital Innovation Hub I super “medici” che curano le aziende

CONFINDUSTRIA – A chi può rivolgersi un imprenditore che ha bisogno di svecchiare la propria attività inserendola in un nuovo percorso digitale? Ai Digital Innovation Hub e ai Competence Center, due realtà ad alta specializzazione che accompagnano le imprese durante il cambiamento. Un cammino di trasformazione non improvvisato ma calcolato su misura perché possa portare vantaggi tali da alzare il livello di business
Si fa presto a dire digitale. Tutti usano il digitale, tutti parlano di digitale, tutti sono sul digitale. Ma che cosa comporti concretamente l’inserimento del digitale nella propria impresa rimane ancora per molti industriali e tanti dei loro manager un mistero. E siamo nel 2023, praticamente mezzo secolo dopo l’arrivo dei primi home-computer. L’unica certezza è che si tratta di un processo dal quale è impossibile scansarsi. Ergo, l’unica cosa che si può fare è imparare a governare i processi che regolano questa transizione di cui tutti parlano. «Anche perché – attacca Gianluigi Viscardi, Presidente del Digital Innovation Hub Lombardia dal 2017 al 2023, nonché coordinatore della rete nazionale dei DIH – ne derivano grandi opportunità». Tradotto: si ottengono più profitti e si compete meglio con la concorrenza. In pratica
si può puntare a portare l’azienda su un nuovo e migliore livello di business con un insieme di processi che permettono di cambiare il modo di
affrontare l’attività.
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Gianluigi Viscardi

Tutto, intorno a noi, parla di questa trasformazione, di cui magari siamo noi stessi i fruitori finali. Qualche esempio? La televisione on-demand, dove basta un ‘clic’ per poter scegliere il titolo del momento, o ancora per effettuare dal proprio telefonino un bonifico o il pagamento della bolletta. O ancora di poter consultare direttamente sui nostri portatili gli esiti di una risonanza magnetica, inclusa nel nostro Fascicolo Sanitario, anche questo Elettronico. Tre situazioni quotidiane, semplicissime, che fino a poco tempo fa si sarebbero tradotte in altrettante uscite di casa, rispettivamente al cinema o allo sportello della propria filiale o all’ospedale. Situazioni ormai diventate “normali”, ma che indicano come alla base ci sia un elemento fondamentale: rendersi conto che quando non si è più “al passo”, un cambio di passo si rende necessario.

Il «Si è sempre fatto così» non va più bene

Se ne devono rendere conto, in prima battuta, le realtà che producono e forniscono servizi di vario genere, pur con tutti i ‘se’ e i ‘ma’ che si possono incontrare nel mettere a terra idee e strumenti nuovi. Il concetto del «Si è sempre fatto così», a cui si potrebbe anche imputare di aver creato delle posizioni “incrostate” all’interno dell’azienda, va smantellato con il coraggio di ascoltare, accettare nuovi punti di vista e mettersi in discussione. Ma a chi rivolgersi per approntare un processo di trasformazione digitale (ma anche umana)? «A noi, ai Digital Innovation Hub che – spiega Viscardi – sono uno strumento a disposizione delle aziende per definire al meglio un approccio alla trasformazione digitale e orientarle nell’ecosistema dell’innovazione digitale». Ogni regione ne ha uno a disposizione – la rete creata da Confindustria ne ha attivati 22 su base nazionale – ma i territori possono contare su un ulteriore strumento, costituito dalle cosiddette Antenne Territoriali, in pratica i delegati delle Associazioni del territorio che, aggiunge Viscardi, «hanno un ruolo fondamentale. In Lombardia ne contiamo ben nove e questo garantisce di poter supportare le aziende in modo rapido conoscendo le tipicità di ciascuna area. La forza del DIH Lombardia è quella di poter offrire un livello qualificato di servizi lavorando in rete anche con gli altri DIH di Confindustria». Una concreta operatività che può essere costituita da un pool di soggetti: Confindustria, banche, parchi tecnologici, centri
universitari.
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Damiano Airoldi

Come il check-up dal medico di base

Per portare tutto su un piano molto pratico e chiarire il concetto con un’immagine, Viscardi ricorre alla metafora dei DIH come medici di base che operano un check-up aziendale con cui viene analizzata la maturità digitale dell’azienda: si capiscono i problemi che l’assetto
produttivo o organizzativo presentano, per poi accompagnare l’azienda dagli specialisti per risolvere le esigenze e rispondere ai fabbisogni specifici.
Infatti, come per la medicina esistono le varie branche specialistiche, così anche per l’azienda si tratta di capire dove andare a mettere le mani. Se è il cuore che non funziona bene, è chiaro che ne risente tutta la circolazione, tanto per restare in tema. Ecco perché, il primo passo fondamentale consiste nel capire come e quanto gli organi stiano funzionando. «La mappatura dello stato di salute delle aziende – aggiunge Viscardi – si chiama assessment». Tradotto: valutazione. Prima domanda e step necessario: Come stai messa, cara azienda, in fatto di digitalizzazione? Sei matura? Domanda di difficile risposta, anche se, in molti casi, alcuni territori mostrano una maggiore sensibilità sul tema.

In Lombardia il Progetto “Sviluppo PMI”

«I DIH di Confindustria hanno effettuato circa 1.800 assesment, di cui più di 500 sono stati svolti dal DIH Lombardia». Il lavoro da fare, tanto più che ci troviamo nella regione più industrializzata d’Italia, è tanto, tantissimo. «Per essere in grado di fornire un numero maggiore di assessment alle imprese, nel 2021 sono stati attivati alcuni progetti di politiche attive con manager, sia a livello nazionale che a livello regionale in Lombardia, che hanno visto il coinvolgimento di manager prevalentemente inoccupati e che sono stati specializzati e formati per erogare l’assessment Industria 4.0 ed elaborare roadmaps di trasformazione digitale». In particolare, in Lombardia è stato attivato il
Progetto “Sviluppo PMI” che «è stato un esempio di successo delle politiche attive. In due anni sono stati coinvolti 30 manager, realizzati 119 assesment e avviati 15 progetti per le imprese lombarde».
«Senza dubbio, alcuni elementi chiave riguardano il guidare, il chiarire e il prendersi la responsabilità di fare in modo che le aziende possano districarsi. Andare nella direzione giusta, fidandosi di qualcuno, è anche una responsabilità», fa eco Damiano Airoldi, Presidente e Amministratore Delegato di Magnetic Media Network. Basata a Trezzo sull’Adda, è una realtà che guida i processi di trasformazione digitale «aiutando – come recita lo slogan di presentazione-aziendale – i nostri clienti a comprendere e a utilizzare la tecnologia per rispondere alle grandi sfide che si trovano ad affrontare».
In questo quadro, uno degli elementi che entra prepotentemente in campo è quello della sostenibilità, ma in un’accezione diversa dalla solita green economy. «È una parola che sottintende, e neanche troppo poco, la sostenibilità economica. Un progetto di transizione digitale che non è sostenibile da questo punto di vista è un “non-progetto” – continua Airoldi. La cosa che posso dire con soddisfazione è che la realizzazione di un buon progetto tecnologico sostenibile porta, in fondo a destra, a ottenere un valore interessante. Essere sostenibili non significa per forza spendere di più. E si presenta tutta una serie di benefici». Per restare sul tema e chiarirlo in modo pratico, Airoldi fa riferimento al “printing”, cioè ai processi di stampa delle aziende. «Con il digitale si usano meno stampanti, si spreca meno carta, si producono meno stampe; un processo che consente di risparmiare perché lo spreco porta con sé perdite inutili di risorse e
anche di denaro». Ma una volta approdati nell’azienda per effettuare il famoso e necessario assessment, che cosa ci si trova davanti? «Troviamo ovunque opportunità; si tratta di evidenziare in modo chiaro e semplice che cosa si intende fare, i valori che verranno messi in campo e che, metro di valutazione importantissimo, devono dare contezza del ritorno dell’investimento».

Digital Innovation Hub Lombardia
Dove sono gli "ambulatori"?

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MILANO – Via Pantano 9
Tel. 02 58370800 – www.dihlombardia.com

“Antenne” territoriali
1. MILANO – Assolombarda – Confindustria MI/MB/PV
2. LOMAZZO (CO) – ComoNExT – Innovation Hub
3. LEGNANO (MI) – Confindustria Alto Milanese
4. LECCO – Confindustria Lecco e Sondrio
5. BRESCIA – Innovation experience HUB – BS/CR/MN
6. VARESE – Unione degli Industriali della Prov. di Varese
7. BERGAMO – Confindustria Bergamo
Con la digitalizzazione si evita un lavoro con montagne di documenti

Come cambia la qualità del lavoro delle persone

Da un lato c’è quest’ultima componente, quella che di fatto interessa all’investitore, ma Airoldi mette l’accento anche su un’altra questione, tutt’altro che secondaria, e cioè la qualità del lavoro delle persone. «Alla quale tengo tantissimo. C’è tanto da fare in questa
direzione, anche perché spesso e volentieri le aziende fanno fare lavori stupidi e poco qualificanti che non consentono ai loro dipendenti di crescere, quando invece si possono creare le condizioni che consentono ampi margini di miglioramento anche in riferimento alla qualità della vita. Far fare dei lavori idioti ai propri dipendenti significa che, prima o dopo, questi metteranno in discussione il loro lavoro». Gli esempi non mancano, a cominciare da una situazione classica che appartiene a tutti i processi operativi aziendali di questo mondo: le transazioni di forniture tra fornitore e cliente. «C’è ancora tantissimo lavoro manuale – spiega Airoldi – che vede un giro infinito di trasmissione documentale tra i vari uffici, con stampe di preventivi, conferme, firme di approvazione, modifiche degli importi, contrattualizzazione dei vari aspetti, travaso di vari dati, controfirma del cliente per accettazione. Tutto questo comporta il fatto che i lavoratori copino e incollino da pezzi di carta o mail delle informazioni e dei dati, da un sistema all’altro. Con la digitalizzazione dei dati, che vengono acquisiti una sola volta, si evita un lavoro che mi permetto di definire idiota e che milioni di persone fanno tutti i giorni. In questo modo si evita di generare montagne di documenti e di mail che vengono continuamente prodotti».

Il "medico" della digitalizzazione
Digital Innovation Hub

La sensibilizzazione

Sensibilizzazione e formazione sull’applicazione di tecnologie 4.0, attraverso l’organizzazione di seminari, workshop, incontro con le aziende e visite di studio.
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Il check-up

Attività di valutazione (assessment) sul grado di maturità digitale dell’azienda con definizione della roadmap per la trasformazione digitale dei processi aziendali e l’elaborazione di progetti 4.0.
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La cura

Orientamento verso i soggetti che offrono innovazione sul territorio: competence center nazionali ed europei, smart factory e demo center, fabbriche faro, università, parchi tecnologici, cluster
tecnologici, centri di ricerca pubblici e privati, centri di trasferimento tecnologico, incubatori e fablab.
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La digitalizzazione, per chiarire il concetto, «non muove un pezzo di carta, anche quando si tratta di affrontare ed espletare procedimenti burocratici con adempimenti complessi», precisa Airoldi, «facendo risparmiare e consentendo alle persone che lavorano di occuparsi di cose più intelligenti, anziché fare fotocopie, scansioni e inseguire mail che si sovrappongono con tempi e dati diversi l’una con l’altra. C’è tantissimo da fare a questo livello, c’è spazio d’azione e di intervento in ogni ambito».
La trasformazione digitale non è più una possibilità ma è diventata una necessità per le aziende di tutte le dimensioni

Il valore del ritorno dell’investimento

Con un’avvertenza che delimita il campo. «Gli assessment sono mirati, perché il campo d’azione è molto ampio, ma con il cliente va circoscritto ad un ambito che, talvolta, può essere anche minuscolo, ma dove si avverte l’esigenza di agire su un’esigenza specifica. A quel punto abbiamo l’onere e l’onore di individuare un intervento che chiarisca in modo evidente il valore del ritorno dell’investimento. E che, come già detto, non necessariamente deve essere economico. I passi sono questi: analisi del problema, fattibilità della soluzione, valutazione dei costi e dei ricavi e, infine, azione. I temi della Transizione Digitale sono tantissimi, ognuno fornisce la stessa risposta
sottesa ad un fil rouge logico che da un lato vede il beneficio e dall’altro punta a cercare, trovare e mettere in atto una soluzione coerente del problema».

Quale cura scegliere dopo il check-up

Una volta individuata la “patologia” di cui si soffre, per restare nell’ambito della metafora, ecco che scatta la cura. E cioè, spiega ancora Viscardi: «Una roadmap personalizzata. I nostri manager seguono anche la fase successiva per proporre un progetto su misura di Industria 4.0, che poi viene gestito dagli specialisti delle nostre aree Innovazione e dei Competence Center». In sintesi, entrano in campo gli specialisti del settore. «Sono realtà – precisa ancora Viscardi – che costituiscono uno snodo tra imprese ed ecosistema. I Competence Center costituiscono dei centri di eccellenza nazionali ad alta specializzazione che, aggregando le competenze, sono in grado di
mettere a disposizione delle imprese un ecosistema di partner fatto da istituzioni, università, centri di ricerca e aziende con una predisposizione verso le tecnologie digitali, l’innovazione e il cambiamento. La trasformazione digitale non è più una possibilità ma è diventata una necessità per le aziende di tutte le dimensioni. In particolare, negli ultimi anni è emerso come attualmente molte aziende non dispongano di strumenti digitali adeguati, ad esempio, per la gestione dei processi da remoto. «Il DIH Lombardia si pone a fianco delle aziende con un obiettivo univoco – conclude il Presidente – aiutare le PMI ad intraprendere percorsi di trasformazione digitale e
mettere a terra progettualità che possano portare vero valore aggiunto e rendano le aziende più competitive».
DONATELLA TIRABOSCHI

Direttore Responsabile
Bruno Bonassi
Responsabile del progetto
Alberto Capitanio
Direttore Commerciale
Andrea Amighetti
Direttore Creativo
Giovanni Formato
Grafica
Andrea Vitali, Devis Renesto
Testi
Laura Arrighetti, Fabio Conti, Giorgio Lazzari, Ivan Scelsa, Chiara Scotti, Donatella Tiraboschi

Editore e Redazione
Cawipa S.r.l.
Sede legale:
Via G. Verdi 9/A, Bagnatica (BG)
Sede operativa e redazione:
Via G. Carnovali 84, Bergamo
Autorizzazione del Tribunale di Bergamo nr. 10/2022

Fotografie, Videointerviste, Postproduzione
IN Photo studio, Crema (CR): Leonardo Costi, Giampaolo Abbondio, Salvatore Tomaselli, Francesca Codazzi, Antonella Sabbioni, Mauro Fiorentini, Greta Baruffi
• Andrea Cherchi

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